Il responsabile legale di FederFauna Avv. Massimiliano
Bacillieri, ha risposto oggi con una lettera a Nadia Masutti
della LAV in merito alle critiche mosse da quest'ultima sul progetto lanciato dalla Confederazione per tutelare la
biodiversità .
Il responsabile legale di FederFauna Avv. Massimiliano Bacillieri, ha risposto oggi con una lettera a Nadia Masutti della LAV in merito alle critiche mosse da quest'ultima sul progetto lanciato dalla Confederazione per tutelare la biodiversità.
FederFauna, precisa Bacillieri, è si nata recentemente come Confederazione ma le Associazioni che vi aderiscono sono esistenti in Italia da ben più tempo e, pur concordando queste in pieno con LAV sul fatto che sia l'uomo ad essere il principale concorrente di molte specie e che, se in passato la protezione si è concentrata unicamente sulle specie stesse, oggi sia imprescindibile dalla salvaguardia dei loro spazi vitali, tengono comunque a ricordare che l'Unione Europea o l'Unione Mondiale che hanno promosso le iniziative per la Conservazione della Natura (IUCN), hanno promosso anche gli EEP (programmi europei di riproduzione in cattività) perché, pur favorendo la riproduzione in natura tramite la salvaguardia degli habitat, non è certo reprimendo la riproduzione in cattività che si garantisce l'aumento numerico degli animali.
Sappiamo anche, continua l'avvocato, che molti animali selvatici detenuti in cattività non sono adatti alle reintroduzioni e che, anche per quelli adatti, operazioni di questo tipo non sono mai semplicissime.."siamo una Confederazione giovane ma non siamo nati ieri!"...tuttavia, FederFauna lamenta, ad esempio, il fatto che per un'interpretazione tutta italiana di alcune norme internazionali, alcune specie definite "pericolose" da noi, non lo siano in nessun altro Paese europeo.
Lamenta anche che per molte specie non si possano commercializzare i soggetti di prima generazione cioè figli di animali provenienti da cattura ma nati in cattività perché, fatto anche questo che avviene solo da noi, fa si che i detentori non abbiano alcun interesse a far riprodurre gli animali che possiedono i quali, una volta diventati vecchi, moriranno senza aver lasciato progenie.
Tra l'altro, non è una novità l'uso di animali d'allevamento per il ripopolamento in natura perchè, se fatto con gli opportuni accorgimenti, ha già dimostrato più volte di poter funzionare.
Sulla base di ciò, fermo restando che è stata FederFauna la prima a dire che bisognerebbe studiare bene prima ogni singolo caso, la Confederazione ritiene che anche il parlare, da parte della Masutti, di stravolgimento completo del significato del percorso intrapreso dall'Unione Europea per arrestare la perdita della biodiversità, riferendosi a questa proposta, sia solo l'ennesima interpretazione dettata più da prese di posizione di tipo etico piuttosto che da un sano senso pratico.
Per quanto riguarda la necessità della collaborazione con questi grandi laboratori naturali che sono i parchi, FederFauna si scusa con la stessa Masutti e con quanti non avessero capito perché, rincalza Bacillieri, "ritenendola noi una cosa ovvia ed avendo parlato al momento solo di studi e progetti, non abbiamo pensato necessario specificarla." ed aggiunge, come ultima precisazione, che FederFauna non fa parte di quei maligni che pensano che la continua spinta da parte di molte associazioni animaliste perché gli animali detenuti negli zoo, nei circhi o presso gli allevamenti vengano trasferiti presso strutture da loro gestite, sia dettata solo dalla possibilità di poter chiedere ulteriori finanziamenti o donazioni per poterli mantenere ma, pur confidando nella buona fede di queste, ritiene che certe prese di posizione non prendano in considerazione il fatto che anche da ciò che loro considerano negativo si possa tirare fuori qualcosa di positivo per tutti.
Azienda: Federfauna http://www.federfauna.org
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