LA LAV: ''OGNI ANNO TROPPI MORTI E FERITI PER LA STAGIONE VENATORIA''. APPELLO ALL'ASSESSORE ALL'AGRICOLTURA ON. LA VIA: ''LA CACCIA E' UN PROBLEMA DI PUBBLICA SICUREZZA, SUBITO MORATORIA DELLE DOPPIETTE''.
La stagione venatoria in Sicilia registra ancora una volta una tragedia, con
una nuova vittima della scellerata frenesia di chi imbraccia una doppietta:
lo scorso 31 dicembre e' morto un cacciatore di Godrano (Palermo) colpito
per errore dal nipote durante una battuta di caccia al cinghiale. In Sicilia
ogni stagione venatoria e' ormai un bollettino di guerra, non solo per gli
animali: dall'apertura di settembre, anche stavolta la stagione di caccia
registra un morto e 4 feriti, fino ad oggi. Nella stagione 2005/2006 si
contarono 2 morti e 5 feriti, nella stagione 2004/2005 1 morto e 6 feriti.
''E' terribile affermarlo, ma si tratta di tragedie che potevano essere
evitate visto che si presentano ad ogni stagione di caccia - dichiara Ennio
Bonfanti della LAV Sicilia - Occorre un immediato intervento dell'Assessore
regionale all'Agricoltura, on. Giovanni La Via, che sospenda la caccia per
evidenti e gravissimi rischi di pubblica e privata incolumita'''.
La caccia al cinghiale, poi, e' la forma di caccia piu' pericolosa in
assoluto e percio' andrebbe vietata da subito. Questa caccia, infatti,
prevede l'uso di carabine (fucili molto potenti dalla gittata che supera
il chilometro) caricati con micidiali munizioni singole (c.d. ''palla
unica'') anziche' i tradizionali pallini di piombo, e si svolge in ambienti
boscati dove la visibilita' e' scarsissima. Inoltre la caccia al cinghiale -
diffusissima in Toscana, Umbria ed altre aree appenniniche - in Sicilia non
era mai stata praticata prima del 1997, quando inopinatamente la Regione
l'ha autorizzata nonostante la totale impreparazione dei cacciatori locali.
Da notare, infine, che nel giorno dell'incidente di Godrano che ha causato
la morte del cacciatore il vigente calendario venatorio vieta espressamente
le battute al cinghiale, che possono svolgersi solo nei giorni di lunedi o
di mercoledi o di giovedi.
Secondo la LAV i tanti morti e feriti che la caccia causa in Sicilia
rappresentano anche la micidiale conseguenza della legge venatoria regionale
n. 33 del 1997 e del decreto dell'Assessore all'agricoltura che ogni anno
emana il 'calendario venatorio': norme troppo permissive che consentono di
sparare sempre e ovunque. Per legge almeno il 60% del territorio
agro-silvo-pastorale di ogni provincia deve essere obbligatoriamente
destinato alla libera caccia ed ogni cacciatore puo' entrare nei fondi
privati anche contro il volere del proprietario (art. 842 del codice
civile). In Sicilia si puo' sparare 5 giorni a settimana da un'ora prima del
sorgere del sole fino al tramonto (addirittura un'ora dopo per il
cinghiale!), quindi in condizioni di visibilita' precarie. Insomma, la
caccia e' un problema di pubblica e privata incolumita' che le norme
regionali - fatte apposta per incoraggiare una caccia sfrenata, distruttiva
e pericolosa - ignorano colpevolmente pur di non far mancare il consenso
elettorale delle doppiette verso i politici.
Azienda: Ufficio Stampa LAV Nazionale http://www.lav.it
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